Yogurt di soia fatto in casa -Pronto nei vasetti
maggio 25th, 2016 by ensabry

In produzione lo ‪yogurt di soia‬! Era parecchio tempo che non lo preparavo.
Ho usato come starter lo ‪yogurt‬ della Sojasun e il latte di ‪soia‬ della ‪‎Alinor‬, a mio parere il migliore. Ottimo per tutte le preparazioni salate, per la maionese vegana e ovviamente anche per lo yogurt!

Ingredienti:

  • 1 vasetto di yogurt di soia acquistato
  • 1 litro di latte di soia a temperatura ambiente

Attrezzature:

  • Yogurtiera e relativi vasetti

Procedimento:

Mescolare il vasetto di yogurt al latte di soia, versare nei vasetti e riporli nella yogurtiera. Attendere 6/8 ore riporre in frigo. Saranno pronti da consumare 1 ora dopo e si conservano anche più di una settimana, ma prima li mangiate e più numerosi saranno i fermenti.

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Shampoo all'argilla saponifera Ghassoul - Pronto per essere utilizzato
maggio 17th, 2016 by ensabry

Non solo ricette di cucina… una parentesi di autoproduzione per la “bellezza”: l’argilla saponifera “‎Ghassoul‬” o “Rhassul” per lavare i capelli.

Si tratta di un’argilla saponifera originaria del Marocco (valle di Moulouya). Questa argilla viene utilizzata da secoli dai popoli orientali per la detersione di corpo e capelli: il suo nome deriva infatti dal verbo arabo “rassala”, che significa “lavare”.
L’avevo comprata tempo fa su Il Giardino dei Libri e mai utilizzata, dato che uso abitualmente l’erba saponaria che acquisto in erboristeria. Sistemando la cucina mi è tornata alla mano e ho deciso di inaugurarla 😉

Ingredienti per uno ‪‎shampoo‬:

  • due cucchiai di ‎argilla saponifera
  • due cucchiai di ‪aceto‬
  • acqua tiepida
  • ‪oli essenziali‬ (di rosmarino, lavanda, limone, menta)

Procedimento:
Mescolare tutti gli ingredienti e aggiungere acqua tiepida fino a raggiungere una consistenza cremosa.
Bagnare i capelli e utilizzare la crema ottenuta distribuendola su tutta la lunghezza dei capelli e massaggiando il cuoio capelluto. Lasdciar agire argilla e oli essenziali per qualche minuto (più la si lascia in posa e meglio è), poi sciacquare bene.
Asciugare i capelli come si fa abitualmente.

Note:

  • Sono rimasta colpita dalla consistenza setosa che ha preso la crema sui capelli e poi dal pulito e morbidezza che ha lasciato.
  • L’ho trovato molto delicato, ma se vi sembra che i capelli si secchino troppo, aggiungete qualche goccia di olio di oliva.
  • Il modo di utilizzo e le dosi sono le stesse dello shampoo preparato con la farina di ceci.

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Fette di limone essiccate - Tutte sulla rastrelliera del Biosec!
aprile 26th, 2016 by ensabry

Amo il tè con la fettina di limone ma non sempre è possibile avere il limone fresco soprattutto in ufficio

In produzione le fettine di ‎limone‬ essiccate. La mandolina economica della ‪Rigamonti‬ lavora molto bene. Ottime da mangiare così o da mettere nel tè.

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Pagnotte morbide all'olio
marzo 27th, 2016 by ensabry

Ma che belle pagnottelle! La ricerca di banalissime pagnotte in panetteria, morbide e integrali, ha sempre avuto esito negativo.
Alla fine mi sono rassegnata a farmele da sola. Auto-produzione! Anche il lievito è auto-prodotto. 😉

Ingredienti:

  • 300 g di ‪farina‬ di grano tenero adatta alla panificazione ‪Girolomoni‬
  • 200 ml di ‪acqua‬ oligominerale
  • 1/2 cucchiaino di ‎kefir‬ d’acqua
  • 30 g di olio ‪extravergine‬ d’oliva
  • 6 g di ‎malto‬ d’orzo per panificazione
  • 5 g di sale

Procedimento:
Misurare farina e malto e mescolarli insieme in un recipiente. In una ciotola capiente versare l’acqua, l’olio e il lievito (kefir) e mescolare. Versare metà della farina e mescolare bene con l’aiuto di una spatola aggiungere il sale e sempre mescolando il resto della farina. Lavorare con la spatola per qualche minuto, formare una palla e coprire.
Lasciar lievitare fino al raddoppio dell’impasto. A questo punto infarinare la spianatoia schiacciare e ripiegare la pasta due volte verso l’interno. Coprire con un telo e attendere una decina di minuti. Dividere la pasta in 4 o 5 pezzi. Spianarli, arrotolarli prima da un lato, poi dall’altro, poi formare le pagnottelle. Posizionare le pagnottelle sulla teglia rivestita di carta forno ben distanti le une dalle altre, spennare di olio e coprirle con la pellicola alimentare e con un telo. Attendere che raddoppino di volume.
Togliere telo e pellicola e infornare nel forno ben caldo a 200° per 15 minuti. Sfornare e lasciar raffreddare per bene prima di consumarli.

Note:

È un pane a lenta lievitazione. Per accelerare i tempi si può aumentare la dose di lievito. Io ho usato la mia coltura personale di lieviti di Kefir ma si può ovviamente usare del normalissimo lievito di birra.

Ben conservate le pagnotte durano 5/7 giorni.

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Cialde di arancia e sesamo
marzo 6th, 2016 by ensabry

Avete fatto la spremuta? Vorrete mica buttar via la polpa rimasta nello spremiagrumi!!!!
Ieri ho fatto fare il superlavoro all’‪‎essiccatore Biosec‬. Gli ‪‎scarti‬ dello ‪‎spremiagrumi‬ sono serviti insieme ai semini di sesamo per creare delle gustose e croccantissime cialdine.

“Cialde di arancia e sesamo”:
Non ho misurato gli ingredienti con precisione, ma questo non è un problema.

  • polpa delle ‪‎arance‬ che rimane nello spremiagrumi dopo aver preparato la spremuta d’arancia
  • semi di ‪sesamo‬ (io ne ho usati sia bianchi sia neri)
  • crema di ‪datteri‬
  • farina di ‪semi di lino
  • un pizzico di polvere di buccia d’arancia

Procedimento:
Mettere in una ciotola tutta la polpa che avete ricavato, poi due o tre cucchiai di semi di ‪sesamo‬ (io ne ho usati sia bianchi sia neri), poi aggiungere della crema di ‪datteri‬ per dolcificare (crema che preparo in quantità per quando serve frullando 500 g di datteri medjoul denocciolati e 350 ml di acqua), un cucchiaino colmo di farina di ‪semi di lino‬ per legare il tutto e infine, un pizzico di polvere di buccia d’arancia per esaltare ancora di più il gusto ‘arancioso’

Mescolare bene e spalmare su un foglio di carta forno il composto così ottenuto; per stenderlo bene, vi potete aiutare con della pellicola per alimenti e un mattarello o oggetto cilindrico. Se volete, potete già creare dei piccoli solchi in modo da delimitare le singole porzioni.

Inserire il cestello nell’essiccatore ed essiccare fino a completa evaporazione della parte liquida.

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Salsarosa vegetale e super veloce.
marzo 19th, 2015 by ensabry

Salsarosa vegetale e super veloce.

Ingredienti:

100 ml di latte di soia 250 ml di olio di semi di mais Biologico premuto a freddo due cucchiai di aceto balsamico un pizzico di sale marino integrale un pizzico di sale nero kala namak (facoltativo) un cucchiaino o più di concentrato di pomodoro un goccino di brandy.

Procedimento:
Versare tutti gli ingredienti in un recipiente dai bordi molto alti e frullate tutto con il mixer ad immersione fino a quando diventa sodo (circa 20 secondi!). Pronto per condire l’avocado o i gamberetti (che è la morte sua).

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Latte di riso Eureka! - Risultato finale in bottiglia
gennaio 10th, 2015 by ensabry

Ho fatto molti esperimenti prima di riuscire ad affinare una ricetta per fare il latte di riso con un gusto e una consistenza che si avvicinasse a quello comprato.

Qui due versioni dei primi esperimenti col latte di riso.

Qui due versioni dei primi esperimenti col latte di riso.

Le prime due versioni di latte le ho preparate con riso originario integrale e poi con riso integrale varietà Gange, ma nessuna soddisfacente. Sono poi passata al riso germogliato, ma nemmeno così si avvicinava alla bevanda riso comprata. Solo dopo molti tentativi e ricerche ho scoperto l’uso degli enzimi…. di seguito tentativi e ricette così come pubblicate su FB (con piccole modifiche di riedizione per WP.

Ho pubblicato questa ricetta su Veganblog, qui potete leggere le domande e i commenti di chi ha provato la mia ricetta.

Leggete anche le note finali in fondo all’articolo… ci sono chiarimenti e aggiornamenti 😉

31 dicembre 2014

Proseguo con gli esperimenti. Qui due versioni di latte di riso.

La prima con 50 g di riso originario integrale fatto bollire per 15 minuti oltre il tempo di cottura indicato sulla confezione e frullato per due minuti con mezzo litro di acqua: non era un granché. Il gusto troppo neutro e di riso bollito triste. È diventato ottimo frullandolo per altri 2 minuti con aggiunta di due cucchiai rasi di polvere di carrube, 3 datteri, mezzo cucchiaino di vaniglia e una manciata di mandorle.
Ma io sto cercando di creare un latte semplice di solo riso e acqua. Ho quindi cambiato varietà di riso.

La seconda versione è con riso integrale varietà Gange. Sempre 50 g bolliti stracotti e mezzo litro di acqua. Frullati per 2 minuti hanno dato un latte con un sapore molto più gradevole. Qui ho aggiunto solo un pizzico di vaniglia e un dattero. Direi che siamo sulla buona strada. Ho poi messo a germogliare 50 g di Riso Gange. Nei prossimi giorni vi farò sapere cosa vien fuori.

10 gennaio 2015

Latte di riso autoprodotto:

Eureka, ci sono riuscita! I primi tentativi con riso cotto, crudo e germogliato hanno dato risultati poco soddisfacenti crudo o germogliato faceva poca differenza, il sapore era quasi terribile senza aiutino di vaniglia e datteri (non troverete mai zucchero nelle mie ricette!), lo stesso col riso cotto, con in più la consistenza densa viscosa tipo bava di mucca, proprio poco gradevole 😀
Il latte di riso comprato è bello dolce e liquido; leggendo gli ingredienti c’è solo acqua e riso, con a volte calcio, vitamine e un qualche olio vegetale, ma assolutamente nessun dolcificare. “Allora come fanno?” mi son chiesta. Ho cominciato a cercare in internet e ho scoperto che l’industria del latte di riso usa degli enzimi, alfa-amilasi, beta-amilasi e glucoamilasi oltre a cottura pressione e temperature controllate durante le reazioni, con ricette segrete per ciascun produttore. Gli enzimi si occupano di “rompere” l’amido e trasformarlo in zuccheri, da qui il gusto tanto dolce, inoltre nella trasformazione fatta dagli enzimi gli amidi si “liquefano”, facendo perdere al latte quella consistenza viscosa così poco piacevole (qui le spiegazioni complete: http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=2351). Quindi? Si può avere un latte con una dolcezza e densità uguali a quello comprato? Si!… ci si può avvicinare molto con delle procedure casalinghe. Il segreto è avvicinarsi il più possibile al processo industriale con una cottura prolungata a pressione e utilizzando le amilasi reperibili più facilmente. Prima di tutto ho preso in considerazione il procedimento per preparare in casa l’Amasake, che è un dolcificante conosciuto da molto tempo in oriente e prodotto dalla fermentazione enzimatica del riso, ma i fermenti, ovvero il koji, riso con inoculati i fermenti, costa quasi 60 € al kg e ne servono 250 g su 500 g di riso integrale (qui le spiegazioni complete: http://www.erbatisana.it/koji-alimento-enzimatico). È vero che dopo la prima fermentazione le successive le puoi fare usando una parte di quello precedente, ma essendo una “cosa viva” ci devi poi star dietro, nutrirlo e accudirlo come fosse una creatura: diventerebbe un poco complicatuccio starci dietro! Allora, ho preso in considerazione di usare la ptialina, che è gratis  ? ma poi l’avrei potuto bere solo io . Ma… in commercio si trova l’economicissimo malto d’orzo! Quello in polvere per la panificazione; non contiene tutte le amilasi ma è già qualcosa. Bene, veniamo al dunque e vediamo come si fa. Considerando i racconti e le esperienze di chi mi ha preceduto nei tentativi (http://www.vegan3000.info/Ricetta.asp?Cod=780 o ), uno dei problemi è la cottura prolungata in pentola a pressione, infatti dopo un po’ la pentola comincia a sparacchiare in tutta la cucina acqua viscosa tipo sputo di un lama. Questo l’ho risolto cuocendo il riso già nei barattoli dosando il riso per le bottiglie da 750 ml. Il che consente di immagazzinare e conservare fino al momento dell’utilizzo il riso predosato.

Ingredienti (per una singola dose):

Attrezzatura:

  • barattolo da 150 ml (o più capienti) con coperchio
  • pentola a pressione
  • frullatore
  • un pezzetto di tela per avvolgere il barattolo
  • eventuale colino a maglie strettissime o tessuto per filtrare

Procedimento:

La cottura del riso l’ho fatta nei barattoli per evitare problemi in cottura e per avere dosi singole per una bottiglia per volta da conservare anche per molto tempo e utilizzare quando voglio.
mettere il riso nel barattolo e lasciarlo in ammollo per una giornata cambiando l’acqua due o tre volte, il riso comincerà a gonfiarsi. Lasciando l’acqua quasi fino al bordo del barattolo chiudere il coperchio e mettere il barattolo (o i barattoli se ne fate più d’uno) nella pentola a pressione avvolto in un pezzetto di tela, riempire d’acqua fino al livello massimo e chiudere il coperchio. Cuocere a fuoco bassissimo per circa tre ore. Al termine avvolgete la pentola a pressione in una coperta e lasciate raffreddare lentamente. Ci vorranno 8 ore circa. I barattoli si presenteranno completamente pieni di riso cotto e chiusi ermeticamente. Potete conservarli così anche per anni!
Per produrre il latte occorre aprire il barattolo, versare il riso in una scodella, aggiungere il malto, mescolare molto bene coprire con una pellicola da cucina e aspettare almeno 4 ore. Il riso da mappazzone duro e appiccicosissimo diventerà quasi liquido e molto più dolce, a questo punto lo potete mettere nel frullatore con 600 ml di acqua. Frullate 2 o 3 minuti e versate in bottiglia. Volendo si può filtrare, ma io preferisco usarlo completo.

Il risultato è buono ma continuerò a fare esperimenti e a tenervi aggiornati!

Note:

Nelle prove successive ho cotti il riso in pentola a pressione per meno tempo (1,5 ore) ed è venuto bene lo stesso.

Il riso si può utilizzare anche per altre cose. Averlo già cotto in barattolo è molto comodo!

11 gennaio 2015 alle 22:32 Mia risposta ai commenti su Veganblog
Grazie mille a tutti per i complimenti.
@Soei99 i barattoli da omogeneizzato sono troppo piccoli e il tappo ricordo non essere a vite. Vanno bene anche quelli piccoli della Bormioli con il loro tappo. Io uso quelli dei sughi pronti, ma li trovo anche con altri prodotti. Ne ho sempre in casa perché li riciclo per fare lo yogurt, infatti sono della misura perfetta per entrare nella mia yogurtiera ti scriverò in privato per indicarti con quali prodotti li trovo. Ho provato a cucinare il riso con già dentro il malto ma non ho riscontrato alcuna differenza di sapore e consistenza. Mentre cucinato da solo e aggiungendo il malto a temperatura ambiente il “mappazzone” di riso si liquefa e prende un gusto un po’ più dolce ma non come quello industriale, immagino che sia soprattutto la mancanza della glucoamilasi. Riguardo le temperature non potremo mai riprodurre il processo industriale, ma ho considerato che nel nostro intestino gli enzimi funzionano benissimo a temperatura corporea, al massimo sarà utile la yogurtiera, ma non ho ancora provato perché il malto ha funzionato a temperatura ambiente. Gli enzimi mancanti li sto cercando, ma trovo in internet solo prodotti per l’industria e in quantità eccessive per esperimenti domestici oppure dentro a farmaci ma in questo caso sono mescolati ad altri enzimi e sostanze. Per il calcio eviterei la kombu che darebbe un sapore troppo “marino”, piuttosto puoi provare con il sesamo o consumare le kombu e altre alghe nelle zuppe e insalate. Il malto è solo di orzo.

15 gennaio 2015 alle 11:59 Mia risposta ai commenti su Veganblog
Ciao @Soei99, il malto è quello per fare il pane, io uso quello dell”Antico Miolino Rosso” (perchè è quello che trovo nel negozio bio vicino a casa) ma c’è di altre marche, è in polvere e ne uso mezzo cucchiaino per 70 g. di riso cotto. Probabilmente la temperatura incide. Prova a riscaldarlo leggermente ad una temperatura che toccandolo con il dito deve esswere calda ma non scottare e poi dopo aver mescolato il malto e messo la pellicola avvolgilo bene in una coperta.

@Ametista grazie mille per i complimenti! Riguardo i costi se fai un barattolino solo non vale la pena ma nella mia pentola a pressione ce ne stanno 7. Di gas ne consumi pochissimo perchè basta tenere il fuoco al minimo dopo aver raggiunto il fischio. Il latte industriale per l’equivalente dei miei 7 barattolini mi costerebbe quasi 10 euro e qui di materia prima ne metto meno di 4, + il gas che non arriva certo a 6 euro. Il tempo che ci dedico è gratis… la soddisfazione non ha prezzo ? ?

@piccbio grazie! Purtroppo non ho tutte questa competenze, ma sono molto curiosa e testarda. Vorrei raggiungere lo stesso sapore di quello industriale ma credo che in casa sia poco probabile e non sono ancora riuscita a trovare l’enzima mancante. Spero nel birrificio vicino a casa…

23 gennaio 2015 alle 17:44 Mia risposta ai commenti su Veganblog

@annalu io ho usato il malto in polvere che si usa per fare il pane. Se ti è rimasto gelatinoso vuol dire che gli enzimi del malto non hanno funzionato, forse è il tipo di malto: Prova a usare quello in polvere. Sono delle bustine da 30 g della Antico Molino Rosso e le trovo da NaturaSi. Contiene naturalmente le alfa-amilasi e dalle prove che ho fatto funziona a temperatura ambiente o leggermente riscaldato.
Il Beerzym di Tibiona (alfa e beta amilasi) lo avevo preso in considerazione ma lo vendono a litri per 65 euro e dalle dosi consigliate per un litro di latte di riso ne servono 15 gocce. Fortunatamente per chi beve birra lo producono partendo da un fungo, l’Aspergillus Orzyae. Sto cercando di chiederne un po’ al birrificio vicino a casa mia, sempre che lo usino, ma tutte le volte che passo non trovo nessuno. Il prossimo passo è una farmacia galenica che ho vicino a casa. Appena ho tempo ci passo e vi faccio sapere. L’ultima spiaggia è il Koji per fare l’amasake, che avendo dentro il fungo Aspergillus Orizae vivo consente di “fermentare” il riso con tutti gli enzimi che servono per renderlo dolce. Se si tiene in vita il fungo e lo si riutilizza per molte fermentazioni si riesce ad ammortizzare la spesa, ma è una cosa viva che va curata.
L’articolo che riporti lo avevo letto. Il processo descritto e l’attenzione posta sul problema della solubilità del riso è dovuta al fatto che il tutto passa dentro a condotte in macchinari industriali e in continuo, per cui il flusso non si deve interrompere, per questo polverizzano, solubilizzano e centrifugano. In casa ci limitiamo a produrre poco per volta e non abbiamo il loro problema. Abbiamo quello degli enzimi che non sono commercializzati in dosi “casalinghe”.
Ora ho in produzione latte con riso Basmati, Gange e il nero Venere. Ho già i barattolini cotti e sterilizzati, così posso aprirli con calma manomano che servono. Se vuoi seguire i miei esperimenti li pubblico su FB, nel mio profilo qui su VB c’è il link.
Il riso tondo dolce che ho trovato nei negozi asiatici purtroppo è bianco e non integrale e io sono “Integralista” 😉

20 ottobre 2015 alle 19:18 Mia risposta ai commenti su Veganblog
Ciao Linda, ho fatto altre prove con gli enzimi che mi sono stati regalati al Birrificio Lambrate, vicino a casa mia, ma senza successo; ci vogliono temperature controllate e altri accorgimenti che non è possibile riprodurre in casa e sinceramente mi inquietava il contenuto di quel liquido.
Il migliore testato in casa rimane il Malto d’orzo per pane Antico Molino Rosso della confezione da 30 g. È anche il più economico. Ma se hai problemi col glutine
L’ideale assoluto credo sia il Koji, nome giapponese dell’Aspergillus oryzae che è un fungo, ma mi ha frenato il fatto che è un prodotto “vivo”, per cui quando lo attivi lo devi poi “coltivare” (mi ha frenato anche il prezzo, che però poi ammortizzi visto che si tratta di uno starter). Prepari l’Amasake poi lo diluisci e lo frulli, ma ripeto, non ho mai provato.
Riguardo il malto in chicchi…. 25 chili… boh e se poi non funziona? … meglio se provi allora con il koji per una produzione domestica senza glutine penso sia l’ideale. Qui spiegano bene http://www.erbatisana.it/koji-alimento-enzimatico

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